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Fiori d'Acciaio

Lettere di fine estate....






....di una paziente.



Roma, 30/31.08.23


Questa è stata l'estate più bella di sempre: ho visitato posti, nuotato in mari, scalato monti, preso aerei, visto tramonti, riso molto, camminato tanto, riposato sufficientemente e mangiato biscotti a colazione; potrei intitolarci un libro per quanto importante e significante è, per me. Da quando soffro di disturbi alimentari, il cibo è un problema e i biscotti l'asticella che stabilisce la gradazione del dolore: "il giorno in cui sarò in grado di mangiare un biscotto e chiudere il pacco mi sentirò davvero guarita" ripetevo sempre; a dire il vero quel giorno non è ancora arrivato (e non so se arriverà mai), a me un biscotto ancora non basta, ma nemmeno due o tre, a me di biscotti ne servono almeno cinque, e che ci vuoi fare, so buoni! Però va bene, vanno bene cinque biscotti inzuppati nel latte e poi la giornata può cominciare. Non pensavo che mi sarei sentita libera di non allenarmi per un mese intero, non pensavo di tornare in palestra con quella nonchalance fiera e tranquilla del fatto che ho perso un po’ di massa muscolare ma vinto delle vacanze strafiche, non pensavo di poter mangiare il gelato dopo cena o fare merenda il pomeriggio. Quest'estate ho commesso "sacrilegi" e non è successo niente, mi sono divertita tantissimo e sono a tornata a Roma più bella di prima; tutto il rispetto per le mele ed il petto di pollo... ma senza alcun apparente merito, per pranzo adesso mi preparo la pasta qualche volta e prima di andare a dormire, se ho ancora un po' di fame, rubo qualche cucchiaino di Nutella ai miei coinquilini.

In questi anni ho imparato una cosa meravigliosa: "non prendere niente sul personale", è stata la svolta averlo capito, io ho pieno potere decisionale di quello che riguarda me stessa, ci sono altre cose che sono di altre persone e tu GG, non ne hai il controllo, non ne sei responsabile, non hai colpe e non hai sbagliato niente. E così, viste da questa prospettiva, anche tutte le scelte che a me pesa così tanto fare, diventano un po' più facili, gli altri non hanno il diritto di offendersi ed io non ho il dovere di compiacere chiunque. Ma siccome la terapia serve per scavare in fondo, ed io una personcina piuttosto superficiale di certo non sono, faccio parecchio caso a quei momenti nei quali rimango delusa perché capisco dove brucia e dove ancora devo disinfettare bene.

Non sono andata con il babbo in montagna, okay un po' me lo aspettavo. Lui sta bene ma è in attesa di risposte derivanti da alcuni valori sballati ed è molto preoccupato di avere qualcosa che non va; io lo capisco e rispetto i timori dell'altro, li faccio anche miei... però chiedevo soltanto di passare una giornata in montagna a fare le nostre cose preferite: passeggiare e ascoltare la musica che ci piace. Invece quel giorno in montagna con me non ci è voluto venire, anzi, mi ha chiesto esplicitamente di fargli un regalo: “andare a vedere la partita di pallone di mio fratello”. "Ecco che ci risiamo" ho pensato. Alla fine l’ho accontentato e per di più non mi sono arrabbiata con nessuno, però in cuor mio ci sono rimasta male. Perché? mi chiedo.

Tuttavia, siccome sono state settimane extra positive adesso vorrei chiudere il recap estivo in altro modo, non con me che mi arrovello tristemente. C'è un altro pensiero che ho fatto: diciamo da circa 4 mesi a questa parte ogni tanto prendono luce in me alcune belle idee, messaggi, indicazioni, cose semplici e rassicuranti; e siccome io sento di dover ancora imparare bene a raccontare anche le cose buone che mi capitano dentro ed intorno, allora dirò la mia ultima illuminazione, giusto giusto di qualche giorno fa: "io certamente lascerò che qualcuno si innamori di me; forse non oggi e nemmeno domani, ora ho da fare… ma sicuramente questo accadrà perché è ciò che voglio”. D'un tratto avevo chiaro in mente la persona che sarà al mio fianco; allora ho preso un foglio e l'ho descritta di getto nel dettaglio, così, senza fare nomi, solo chi è, com'è, che fa, come si comporta ed anche come mi fa sentire... soltanto alla fine, rileggendo il testo mi accorsi di aver dimenticato di inserire "quella chimica" che io tanto insisto a cercare nell'altro. Bho, forse l'ho dimenticata perché non serve, forse l'ho dimenticata perché non è veramente così importante come credevo, forse forse basta, la lascio tutta al mio passato la chimica, la lascio a T., la lascio a M., la lascio a tutti coloro dai quali comunque, qualcosa di importante mi sento di aver imparato.

GG




..... di una terapeuta.


Roma, 10/09/2023


E’ settembre.

Andiamo.

È tempo di ricominciare.


Il lavoro dello psicologo è un lavoro profondo e quindi lento, un lavoro che non ti lascia vedere o raccogliere frutti immediati e concreti.


Lasciamo cadere monetine sul fondo di un pozzo e impariamo ad ascoltare l’eco per capire quanto lontano siamo arrivati, ecco quello che facciamo tutto l’anno. Mese dopo mese, seduta dopo seduta.


Anche per noi poi arriva l’estate che è fatta di vita, di affetti, di emozioni. E poi torniamo.


E’ settembre.

Andiamo.

È tempo di ricominciare.


Rientriamo nei nostri studi con un po’ di lentezza. Ci accompagna un po’ di torpore psichico perchè abbiamo fatto riposare le connessioni neurologiche e il muscolo delle intuizioni simboliche ed interpretative.

Rientriamo lontani da obiettivi perchè il nostro lavoro è fatto di monetine lasciate cadere in un pozzo e di attese.


E poi capita che una lettera, un recap, ti imponga uno switch on veloce.

Perchè noi siamo andati in vacanza ma la terapia che continua a lavorare nei nostri pazienti no. E si torna al quotidiano con la grande consapevolezza che dalle acque di quel pozzo stiano emergendo parti nuove, l’acqua è salita e ha restituito immagini nuove di lune e di stelle, di soli e di affetti.

Questi sono i rientri che ci restituiscono il senso del nostro lavoro, che non è fatto di sole parole ma di pensieri, viaggi, cuciture, pacificazioni, crescite.



Terapeuta.





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