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Samwise Gamgee: un Compagno Adulto nella Terra di Mezzo

  • Fiori d'Acciaio
  • 23 mag
  • Tempo di lettura: 6 min

Il vero protagonista del Signore degli Anelli non è padron Frodo, ma il fedele Samwise Gamgee.

Me ne sono accorta ieri sera, alla fine de “Il ritorno del Re”, quando ho avuto un insight, una sorpresa (guardando la trilogia tutta di un fiato) e mi sono detta: “ma dai, la trilogia si chiude su Sam, e non su Frodo. Il vero protagonista è Sam della Contea!”.

E oggi, durante una supervisione con  un Operatore di un progetto di Compagno Adulto ho semplicemente messo insieme i pezzi, ho unito i puntini e come se nulla fosse ho detto: “Samwise rappresenta senza sforzo una metafora del Compagno Adulto”.

Se l’intervento di Compagno Adulto è un intervento terapeutico che si basa sul fare insieme e la caratteristica di questo tipo di intervento è la simile età di operatore/psicologo e ragazzo seguito, tutte queste caratteristiche, nella nostra storia ci sono.


Sam, già  pronto al matrimonio e alla paternità, rappresenta sicuramente la parte puer, “Compagno”, ma già uscito dall’adolescenza; Frodo, che inizia il suo viaggio  ancora in una fase di ricerca di sé, rappresenta invece il ragazzo nel pieno dell’adolescenza. Insieme procedono tra terre e avversità per liberarsi, distruggendolo e sciogliendolo nel fuoco, di un anello, trasmessogli in maniera trangenerazionale dallo zio di Frodo, Bilbo, proprio come un sintomo familiare, con la profonda consapevolezza che, pur volendo Sam aiutare Frodo a portare quel gigantesco peso, lo scambio non si possa fare. L’Anello lo può portare solo Frodo.


A controbilanciare l’aspetto puer del Compagno Adulto, prima grigio e poi bianco, morte e rinascita, il senex: Gandalf. Archetipo Junghiano del Vecchio Saggio, immediata metafora di un’ esperienza che da lontano e da vicino aiuta, controlla, sostiene e incoraggia l’impresa. Gandalf, il maestro interiore che non ti dice come risolvere i problemi, ma che ti accompagna fino al punto in cui puoi crescere da solo.


L’Occhio di Sauron rappresenta un nemico che non dorme mai, che genera paura, apprensione e che mette sotto pressione chi cerca di opporsi.

In tempi in cui i nostri giovani adolescenti combattono contro paura e vergogna, motore profondo, invisibile ma potentissimo del ritiro sociale e dell’abbandono scolastico, nascondendosi dall’occhio giudicante  di coetanei e professori, rinchiudendosi nelle loro stanze, l’Occhio di Sauron rappresenta il sintomo, l’ansia del controllo, la sensazione che non esista più un rifugio sicuro.

L’occhio di Sauron rappresenta la paura multiforme e pervasiva del ritiro sociale:

  • La paura del contatto: minaccioso e imprevedibile.

  • La paura del confronto, rischiando una umiliazione che disgrega la psiche.

  • La paura di fallire.

  • La paura del giudizio. 


Il piccolo Hobbit comincia quindi un viaggio fianco a fianco con il suo Compagno Adulto, attraversando terre piene di insidiosi pericoli, con l’obiettivo di sciogliere definitivamente l’Anello, dal latino “anellus”: cerchio. 

Quel circolo vizioso psichico, presenza viva e corruttrice,  che è la sintomatologia psicologica da cui è tanto difficile uscire. L’Anello è simbolo della compulsione, della dipendenza, dell’ossessione e di tutte quelle dinamiche psichiche disfunzionali che, in adolescenza, bloccano il processo di crescita e intrappolano i giovani individui, portandoli a ripetere schemi disfunzionali. 

Più Frodo porta con sé l’Anello, più esso lo logora. 

L’Anello rappresenta il desiderio di controllo e potere, la dipendenza e l’ossessione.

Come una sostanza di abuso, l’Anello offre una temporanea gratificazione, ma a lungo tempo logora, isola e consuma chi lo possiede come i disturbi psichici più gravi.

L’Anello seduce ma rappresenta l’Ombra: ciò che l’individuo rifiuta di sé e che ha un potere immenso, quello del rimosso che costruisce il sintomo.


Per potersi affrancare è necessario scendere fino alle più profonde oscurità e affrontare ciò che nell’oscurità si nasconde.

I Nazgul simbolo della perdita di volontà e identità; Gollum, contemporaneamente guida e minaccia, rappresentante in carne ed ossa di ciò che Frodo potrebbe diventare non separandosi dall’anello; gli Orchi, molto più che semplici mostri da combattere, sono portatori di un significato profondo legato alla deformazione del bene e alla servitù del male. 

Una volta Elfi, poi corrotti, torturati e mutilati, sono il riflesso oscuro di qualcosa che un tempo era buono, e rappresentazione di cosa succede quando si perde la libertà interiore e ci si piega al male, simboli viventi della distruzione della bellezza e della volontà libera.

Saruman, inizialmente saggio, diventa strumento di Sauron, metafora di un sistema familiare disfunzionale, che tradisce la sua funzione originaria di guida e protezione, come nella famiglia si può assistere al “tradimento di funzioni genitoriali” che causa lo sviluppo o il mantenimento di sintomi psicopatologici.

Manipolazione e controllo, nel tentativo di mantenere il sintomo del membro designato, per paura di affrontare le proprie dinamiche psichiche più profonde.

Con la paura che il cambiamento posso minacciare l’equilibrio patologico viene inconsciamente sabotato. 


E’ per questo che nel lavoro di Compagno Adulto viene sempre consigliato apertamente un parallelo sostegno alla genitorialità, che possa assicurare un percorso, corale, orchestrale, in cui si pone particolare cura a procedere tutti alla stessa velocità, senza creare strappi troppo violenti tra il percorso dei vari soggetti in scena.


Insieme a Samwise, ad aiutare Frodo, intervengono una serie di Oggetti- Sè ausiliari: 

Pipino e  Merry, anche loro Hobbit della Contea, allegri e spensierati, nel corso della storia si trasformano in personaggi maturi, coraggiosi e leali. 

Merry è intelligente, riflessivo e strategico, rappresenta una adolescenza consapevole, legato alla famiglia e ai valori ma che sente, tuttavia il bisogno di emancipazione.

Pipino impulsivo, curioso e spesso incosciente diventa nel corso della storia una figura eroica. E’ il simbolo dell’adolescenza che vuole esplorare, mettersi alla prova senza avere piena consapevolezza dei rischi. Cresce affrontando il senso di colpa, la responsabilità, il dolore altrui. 

Entrambe rappresentano metafore viventi di  risorse interne proprie dell’adolescenza: riserva di energie psichiche che portano alla trasformazione.


La Compagnia dell’Anello: essere portati nella mente del gruppo


Quando si lavora con l’adolescenza in un progetto di Compagno Adulto, si costruisce sempre, intorno al ragazzo che soffre, la migliore e più salda rete professionale possibile.

La Compagnia dell’Anello è una completa, attenta e soddisfacente equipe terapeutica che si confronta ed interviene a sostegno del nostro Frodo, ognuno con le sue specificità.

Aragorn: archetipo de Sè eroico, colui che deve ritrovare la propria legittimità.

Legolas: Elfo del bosco, leggero e acuto, rappresenta quella parte della psiche in contatto con l’intuito; è la funzione trascendente Junghiana, processo psichico attraverso cui gli opposti interiori si incontrano, dialogano e generano un nuovo equilibrio.

Gimli: forza concreta radicata nella terra, il dato di realtà, che nella sua amicizia con Legolas rappresenta l’integrazione degli opposti. 

Ma non bastano, a sostegno del lavoro del nostro Samwise Compagno Adulto, queste figure autorevoli, servono anche figure di sostegno che “portino nella mente”, tutti insieme, sia il viaggio che la finalità.

Nel lavoro di Compagno Adulto la dimensione gruppale, su più livelli, è di fondamentale importanza per la sopravvivenza psichica di tutti gli eroi coinvolti.

Ed ecco il gruppo di lavoro:

Elrond: signore di Granburrone, ospita il consiglio che decide la sorte dell’Anello; Arwen: figlia di Elrond, che salva i giovani Hobbit dai Nazgul;

Faramir: fratello di Boromir (morto per proteggere due piccoli Hobbit);

Barbalbero: una creatura arborea protettrice della natura; la sua funzione principale è quella di difendere le foreste e gli alberi dalle minacce.

Galadriel: una delle figure epiche, più antiche e potenti della Terra di Mezzo e che sostiene Frodo telepaticamente, portandolo, appunto, nella mente, nel suo compito, offrendo consigli e apparendo quando serve.  

Gruppo di pari per l’adolescente, gruppo di lavoro per il Compagno Adulto, gruppo di professionisti, lavoro interdisciplinare, referenti e supervisori tutti insieme verso un solo obiettivo: arrivare a sciogliere l’Anello del sintomo psicopatologico

L’adolescenza segna la nascita sociale dell’individuo, da figli della famiglia naturale si diventa figli della comunità sociale. Fare fronte a nuovi problemi e nuove esperienze richiede l’attivazione di un processo cognitivo di valutazione del proprio potenziale e di selezione di diverse strategie di comportamento.


Il viaggio di Frodo e Sam è un viaggio in cui Compagno Adulto e ragazzo in difficoltà, stanno vicini e camminano insieme, proteggendosi. Una intensa relazione affettiva e terapeutica che si sviluppa nel contesto sociale e ambientale del protagonista e si consolida attraverso l’opportunità di condividere l’esperienza reale. 

La Terra di Mezzo diventa allora il setting, lo spazio della trasformazione psichica, il luogo dell’incontro degli archetipi, un setting che si costruisce nella mente del Compagno Adulto e nel quale tutto si può fare, purché con un senso ed una finalità terapeutica. 

Come in un processo di individuazione, ogni tappa del viaggio è un passaggio verso un psiche integrata in cui gli opposti trovano posto.

La Terra di Mezzo rappresenta il setting come territorio in cui il nostro giovane Frodo affronta il suo cammino interiore, sostenuto dal suo fedele Compagno Adulto Samwise.

La terapeuticità dell’intervento non  consiste nel fuggire dal dolore, ma dalla possibilità di vivere insieme la trasformazione dell’Anello in consapevolezza, e trasformare la ferita in senso.


Di Eugenia Cassandra


 
 
 

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